Salute e benessere

Nuovo pericolo sanitario, la malattia potrebbe fare il salto di specie: i pericoli per l’uomo sono importanti

Una pericolosa malattia potrebbe fare lo spillover: il temuto salto di specie all’uomo, con pericoli che non sono affatto da sottovalutare.


Qualche mese fa un gruppo di ricercatori dell’Università di Aix-Marseille ha lanciato l’allarme per i virus “zombie” – o microbi “Matusalemme” -, vale a dire antichi virus rimasti imprigionati nel permafrost ma che un giorno potrebbero essere rilasciati a causa del riscaldamento climatico e delle operazioni minerarie, rischiando di dare vita a nuove epidemie.

Pare impossibile ma in realtà gli strati di ghiaccio perenne di Siberia, Canada e Alaska sono perfetti per conservare il materiale biologico. Il permafrost è freddo, scuro, manca ossigeno. All’Observer il genetista Jean-Michel Claverie fa notare che «uno yogurt, nel permafrost, potrebbe durare 50.000 anni».

All’interno del permafrost sono custoditi virus che risalgono a oltre 300.000 anni fa: virus “zombie” appunto, coi quali il nostro sistema immunitario non è mai venuto in contatto. Abbiamo parlato di zombie. Ma è di un’altra malattia da zombie – e non allo stato potenziale, ma in atto – che vogliamo parlare ora.

Allarme per il nuovo pericolo sanitario: quale malattia potrebbe fare il salto di specie e trasmettersi all’uomo

Mai sentito parlare della malattia del cervo zombie? È conosciuta anche come malattia del deperimento cronico e si sta diffondendo negli Stati Uniti. Questa malattia che “zombizza” è causata da un prione: una molecola proteica che, come accadeva col morbo della mucca pazza, infetta le altre proteine mutandole a propria immagine.

Pericolo sanitario malattia a rischio salto di specie
La malattia del cervo zombie sta diffondendosi a macchia d’olio negli Usa – biopianeta.it

Un cervo colpito da questa malattia è condannato a morte certa: allo stato attuale non ci sono cure o vaccini. Il cervo ammalato comincia a sbavare e a muoversi con lentezza. È letargico e inciampa, ha uno sguardo fisso e vitreo. Motivo per cui la malattia è detta del “cervo zombie”. È da anni che la patologia del deperimento cronico sta diffondendosi negli Usa dove ha raggiunto anche Yellowstone, che significa la più alta concentrazione di cervidi del continente americano. Le autorità locali purtroppo non si sono particolarmente impegnate per cercare di fermarla.

Il timore del CDC (Centers for Disease Control and Prevention, l’agenzia federale USA preposta al controllo e alla prevenzione delle malattie) non è solo che la malattia faccia una strage di cervi. Le autorità sanitarie americane sono preoccupate anche per il rischio di uno spillover: il salto di specie ad altri mammiferi, il bestiame e anche a noi umani.

Era già accaduto con l’encefalopatia spongiforme (meglio conosciuta col nome di “morbo della mucca pazza”), giunta a trasmettersi anche agli esseri umani. Nulla esclude che anche la malattia dei cervi zombie non possa trasmettersi alle persone. Questo non significa che succederà di certo: ma il rischio c’è, inutile negarlo, e la cosa deve bastare a considerare con maggiore serietà la diffusione di questa malattia.

Emiliano Fumaneri

Veronese di nascita, ho vissuto molti anni in Trentino-Alto Adige (Merano, Trento, Rovereto). Vivere in una regione di confine così ricca di storia e di strazi ha suscitato in me la passione per le lingue straniere e la curiosità per culture e costumi differenti. Da sempre attento alle sorti della nostra casa comune, mi interesso a tutto ciò che riguarda l'ambiente.
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