Tecnologia

Da uno studio italiano nasce la pianta robotica: quello che può fare ha dell’incredibile

Chi l’ha detto che i robot devono somigliare il più possibile a noi uomini? In un laboratorio del nostro Paese è nata la versione “vegetale”.   


Se pensate che il boom di ChatGPT e dell’intelligenza artificiale per il momento basti e avanzi, quanto a innovazione tecnologica, vi sbagliate di grosso. Nel prossimo futuro si farà strada anche il robot-pianta, o pianta robotica che dir si voglia. Un nuovo passo storico nell’arco evolutivo dell’umanità. Trattasi di un dispositivo che si muove come una pianta rampicante e che si presta a tante utili applicazioni.

E a metterlo a punto è stato un laboratorio italiano. La tecnologia in questione si chiama FiloBot ed è frutto del lavoro degli scienziati dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova (Iit), che nel realizzarlo si sono ispirati proprio alle piante rampicanti. FiloBot è capace di crescere autonomamente grazie a una tecnica di stampa 3D integrata.

E, come spiega dettagliatamente un articolo sulla rivista scientifica Science Robotics, utilizza una termoplastica che gli consente di adattare passivamente la sua forma all’ambiente circostante. A quale scopo?

Una pianta robotica per il futuro: la creazione tutta italiana

FiloBot è stato concepito, nell’ambito del progetto europeo GrowBot, come uno strumento utile per il monitoraggio ambientale e la perlustrazione di aree difficili da raggiungere. Barbara Mazzolai, a capo del laboratorio Bioinspired soft robotics dell’Iit, spiega che l’ispirazione è venuta dall’osservazione delle strategie di esplorazione delle piante rampicanti, che crescono adattandosi continuamente alle caratteristiche dell’ambiente che le circonda.

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Essendo dotato di sensori che replicano le stesse capacità di risposta delle piante agli stimoli esterni, FiloBot può percepire la forza di gravità e il tipo di luce che riceve. (Biopianeta.it)

FiloBot è infatti dotato di sensori che replicano le stesse capacità di risposta delle piante agli stimoli esterni: può percepire la forza di gravità e il tipo di luce che riceve, per esempio, regolando di conseguenza le sue esigenze di crescita.

Si tratta quindi di un’invenzione volta a permettere all’uomo di esplorare ancora di più il pianeta e monitorare attentamente quello che sta succedendo, anche quando non parla. Una vera e propria sentinella che, in modo smart, cresce e attecchisce ovunque.

Il tutto riducendo i costi energetici e di materiale, e dunque l’impatto ambientale a 360 gradi. Con il clima che cambia a vista d’occhio e una Terra che ci riserva sempre nuove sorprese, di FiloBot sentiremo senz’altro ancora parlare. Senza nulla togliere all’edera e al gelsomino, possibilmente…

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