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I contapassi sono affidabili? Tutta la verità da conoscere prima di fare un acquisto

I contapassi ci dicono la verità sul numero reale dei passi che camminiamo? Quello che c’è da sapere prima di acquistarne uno.


In un tempo in cui la forma fisica è diventata un ideale irrinunciabile si è diffusa l’abitudine – per alcuni una vera e propria mania – di contare i passi. Uno studio americano dell’Università del Massachusetts ci dice che 7.000 passi al giorno posson bastare per campare più a lungo. Questo numero di passi riduce infatti dal 50% al 70% il rischio di morte prematura nelle persone di mezza età.

Tutti a contare i passi dunque: un’abitudine alimentata anche dalla marea di contapassi e app ad hoc che troviamo in smartphone, smartwatch e fittracker. Tutti strumenti in grado di registrare il numero di passi camminati in giornata.

La domanda però è: quanto sono affidabili i contapassi? I loro conteggi sono davvero precisi? Possiamo fidarci sul numero reale di passi che ci viene indicato? Ecco quello che c’è da sapere prima di acquistare un contapassi.

Contapassi, sono davvero affidabili?

Diciamo subito che il grado di precisione di un contapassi è variabile. In generale, la gran parte dei contapassi è abbastanza affidabile. Ma come in tutte le cose, il tipo e la qualità del dispositivo incidono sulla precisione del conteggio. Ma non solo: anche il modo in cui camminiamo può giocare un ruolo.

In che misura sono affidabili i contapassi
Possiamo fidarci dei conteggi del contapassi? – biopianeta.it

Una ricerca del 2020 riportata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health ha evidenziato infatti che i contapassi tendono a essere precisi quando si tratta di contare i passi delle camminate veloci. Lo sono meno quando si tratta di rilevare i passi fatti a velocità inferiori. 

Diciamo che i tracker sono meno precisi nel rilevare i passi compiuti durante le ordinarie attività quotidiane. Un altro studio ha scoperto poi che i contapassi indossati alla caviglia sono più precisi di quelli da polso (che a volte classificano come passi anche i movimenti delle braccia). Insomma, i contapassi perdono qualche colpo con la camminata lenta. Anche se va detto che i modelli più avanzati, come quelli degli  smartwatch e fit tracker di ultima generazione, sbagliano mediamente meno del 3%. Un margine di errore tutto sommato accettabile. 

Gli esperti invitano però a non concentrarsi troppo sul numero dei passi conteggiati e sulla precisione del contapassi. Meglio prendere questa misurazione come una linea di guida generale. Più importante sarebbe prestare invece attenzione al tempo dedicato al movimento. L’ideale sarebbe fare almeno 150 minuti a settimana di attività fisica. E per chi proprio non riesce a fare meno del contapassi il consiglio è quello di indossarlo sul polso del braccio non dominante. In questo modo la lettura dovrebbe guadagnare in precisione. 

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