Inquinamento

Adesso puoi verificare con lo smartphone se ti trovi in una zona con aria inquinata oppure no

Attraverso lo smartphone puoi controllare se la zona in cui ti trovi ha una buona o pessima qualità dell’aria, lo sapevi?


Non è un mistero per nessuno che la qualità dell’aria è un problema molto serio nel nostro Paese. L’Italia infatti vanta il ben poco invidiabile primato della zona più inquinata d’Europa. Nella Pianura Padana, Torino e Milano in primo piano, l’aria è davvero irrespirabile.

Ma non scherzano anche altre grandi città della Penisola come Roma e Napoli. Insomma, in Italia si respira la peggiore qualità dell’aria di tutto il Vecchio Continente perciò non è certo una cattiva idea poter disporre di strumenti gratuiti per controllare i valori dell’aria che inaliamo tutti i giorni.

Da questo punto di vista sono un ottimo supporto le app per monitorare la qualità dell’aria che stanno riscuotendo una crescente popolarità. Vediamo come facciamo a usare lo smartphone per capire se ci troviamo in una zona dove è forte l’inquinamento dell’aria o se invece i nostri polmoni stanno respirando qualcosa di qualitativamente migliore.

Come usare lo smartphone per controllare se l’aria è inquinata

Queste app permettono di visualizzare mappe che mostrano la concentrazione di sostanze inquinanti e pericolose per la salute. In prima linea il famigerato particolato (PM 10) o il particolato fine (PM 2.5), ma anche i livelli di ozono (O3), biossido di azoto (NO2 e anidride solforosa (SO2).

app controllo qualità aria
Diverse app ci permettono di controllare la qualità dell’aria del posto in cui ci troviamo – biopianeta.it

La concentrazione di questi elementi insalubri viene indicata da colorazioni che vanno dall’azzurro e verde quando siamo in presenza di una situazione ottimale e salubre per virare invece verso il giallo, rosso e in ultimo viola per indicare gradi di crescente pericolosità.

Per monitorare la qualità dell’aria possiamo servirci ad esempio di Google Maps o di Apple Mappe o Meteo. Le due applicazioni si basano sui dati sulla qualità dell’aria forniti dalla società israeliana BreezoMeter (acquisita recentemente proprio da Google) che visualizza le informazioni attraverso l’indice EAQI, European Air Quality Index dell’Agenzia Europea per l’Ambiente.

Anche il summenzionato EAQI dell’Agenzia Europea per l’Ambiente ha una propria app scaricabile su Android e su iPhone che permette di visualizzare la concentrazione dei vari elementi inquinanti sulle mappe, servendosi dei dati forniti in tempo reale da circa 3500 stazioni di rilevamento. Le città rilevate però non sono tantissime.

Molto utili per controllare che aria stiamo respirando anche le app gratuite di produttori di purificatori e rilevatori della qualità dell’aria, che spesso e volentieri si basano anche sulle informazioni raccolte in modo anonimo sulle centraline montate da privati. Le applicazioni più gettonate sono PlumeLabs e IQAir AirVisual | Air Quality. 

Niente app invece per Moniqua, la risorsa realizzata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e il Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI con i dati raccolti dalle sedi italiane di ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente). Moniqua è raggiungibile solo dal browser dello smartphone ma si rivela altrettanto utile. 

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