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Coldiretti: l’estate senza fine mette in ginocchio l’agricoltura

Dall'inizio del 2022 ad oggi sarebbe andato perso più del 10% dei raccolti italiani

Secondo quanto annunciato da Coldiretti le temperature anomale registrare fino ad ora e la siccità record rappresentano una minaccia per l’agricoltura italiana. Questi fenomeni, infatti, avrebbero già compromesso il 10% dei raccolti, dall’inizio dell’anno ad oggi.

Le temperature che non hanno accennato ad abbassarsi fino a novembre e i livelli di siccità record hanno messo in pericolo l’agricoltura italiana. Secondo quanto fa sapere Coldiretti, infatti, oltre il 10% del raccolto sarebbe andato perso, fino a questo momento.

Definendo una vera e propria estate senza fine, la nuova ondata di calore, che Coldiretti ha definito la ‘Novembrata‘, potrebbe solo peggiorare la situazione già a limite. Le colture italiane hanno già subito danni dalla grossa portata, ma le prossime settimane potrebbe essere altrettanto allarmanti.

Agricoltura a rischio a causa del clima

Il mese di ottobre 2022 è stato il mese più caldo mai registrato nel Nord Italia. Mentre, a livello nazionale, non si assisteva ad un clima simile dal 2001. Come sottolinea la Coldiretti, fiumi come il Po si trovano anche -2,69 metri rispetto allo zero idrometrico con le rive ridotte a spiagge di sabbia. Quadro descritto anche dall’ex vicepresidente americano e attivista per l’ambiente Al Gore, nel corso della Cop27 a Sharm-El-Sheikh. Si tratta di una situazione davvero drammatica. Con il più grande fiume italiano in secca, si rischia di perdere oltre un terzo del Made in Italy. Infatti, dalla Pianura Padana proviene gran parte del raccolto nazionale.

Come scrive Coldiretti: “Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro fino all’ortofrutta nei campi della Pianura Padana si è registrato infatti un forte calo dei raccolti“. Secondo quanto emerge dai dati dell’Institute of Atmospheric Sciences and Climate (CNR-ISAC), il 2022 è stato tra i più caldi di sempre per il nostro Paese. Si parla di +1,7°C rispetto alla media storica e precipitazioni ridotte di un terzo. Sono diverse le anomalie registrate in tutta Italia, in Puglia sono fioriti i ciliegi e in Veneto nespoli e mimose in anticipo di cinque mesi.

Situazione che non possono essere sottovalutate, soprattutto se si tiene conto che le fioriture anticipate sono più sensibili al ribasso improvviso delle temperature e possono ridurre la produttività. Inoltre, come sottolinea ancora la Coldiretti: “Nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo“. Quello che appare allarmante è che le temperature alte sembrano non volersi attenuare. Nei prossimi giorni è previsto un rialzo che Coldiretti ha definito la ‘Novembrata‘. Picchi fino a 27°C potrebbero essere un’aggravante alla situazione già allarmante.