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In Italia la Camera approva la Legge Salvamare: ecco cosa prevede

Una notizia positiva per l'ambiente che vedrà il nostro Paese presto dotato di uno strumento contro l'inquinamento

Da qualche giorno in Italia è stata approvata presso la Camera la Legge Salvamare; una norme che prevede diversi provvedimenti per porre un argine all’inquinamento da plastica in mare. Ormai si aspetta solo l’ultimo passaggio dal Senato prima di ottenere lo strumento indispensabile oggi nel nostro Paese.

L’inquinamento da plastica è un fenomeno che sta mettendo sempre più in difficoltà gli ambienti marini; flora e fauna acquatica sono sempre più fortemente compromessi a causa del mezzo milione di rifiuti che, ogni anno, si depositano nel Mediterraneo. Proprio per porre un argine a questa situazione arriva in Italia la Legge Salvamare.

Approvata dalla Commissione Ambiente della Camera, in sede legislativa, ora la norma è in attesa dell’ultimo passaggio al Senato. Questo rappresenta un aspetto più che positivo per il nostro Paese che presto potrebbe ottenere uno strumento valido per tutelare il mare.

La Legge Salvamare

Con la Legge Salvamare, approvata alla Camera lo scorso 7 aprile, l’Italia potrebbe presto dotarsi di uno strumento efficace per contrastare il fenomeno dell’inquinamento da plastica e tutelare il mare con diverse altre norme. La plastica e la microplastica, infatti (come spiega bene il WWF), sono responsabili del 90% dei danni provocati alle specie marine. Con un pacchetto di norme che, sembrano accogliere le richieste del WWF e del mondo della pesca, sarà possibile classificare i rifiuti accidentalmente pescati come rifiuti solidi urbani; misura che potrebbe permettere di favorire l’economia circolare e allo stesso agevolare la collaborazione tra istituzioni e persone nelle campagne di sensibilizzazione e pulizia di spiaggia e acque.

La plastica in mare è un problema che rischia di mettere in pericolo la flora e la fauna marina in maniera anche irreversibile; a fronte di questo la Legge Salvamare risulta una misura indispensabile per il nostro Paese che si affaccia sul Mediterraneo. Come spiega il WWF in una nota pubblicata sul sito ufficiale dell’organizzazione, la classificazione dei rifiuti pescati in rifiuti urbani risulta decisiva poiché, innanzitutto, faciliterà lo smaltimento; questo, inoltre, potrà consentire di superare i problemi operativi dei pescatori che intendono contribuire alla pulizia del mare.

La gravità dell’inquinamento da plastica

Come tiene a sottolineare il WWF, risulta anche importante che si preveda di varare entro sei mesi un decreto del Ministero della Transizione Ecologica per favorire il riciclo di plastica e altri materiali recuperati in mare. Campagne di sensibilizzazione possono essere fortemente utili per rendere subito operativa la Legge Salvamare; un modo per coinvolgere i cittadini in maniera concreta e renderli consapevoli delle misure previste nella nuova norma, così da poter tutelare, insieme, il mare.

Il WWF conclude la nota pubblicata sulla pagina ufficiale dell’organizzazione, ricordando come ogni anno fino a mezzo milione di tonnellate di plastica finiscano nel Mediterraneo; lì i rifiuti possono rimanere addirittura per secoli causando danni gravissimi agli ambienti marini e alle specie che vi abitano. “Si stima – scrive il WWF – che questo tipo di inquinamento sia destinato a crescere, in quanto la produzione di rifiuti di plastica nella regione potrebbe quadruplicare entro il 2050“. A fronte di questo è indispensabile che la Legge Salvamare diventi presto effettiva; ma altrettanto fondamentale è proseguire con campagne di sensibilizzazione che mostrino la gravità dell’inquinamento da plastica.

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