Curiosità

La lepre saltatrice fluorescente: i raggi UV per nascondersi dai predatori

Il mondo animale non smetterà mai di stupirci. L’uomo infatti convive con quest’ultimo da sempre, eppure ancora oggi ci sorprendiamo scoprendo cose che neanche avremmo mai potuto immaginare. Per fortuna biologi e scienziati continuano con la loro passione e la loro determinazione a indagare sui misteri della fauna presente sul nostro Pianeta, portando alla luce verità molto interessanti. Ultimamente si è scoperta un’affascinante novità che riguarda alcuni mammiferi. Se pensiamo alla fluorescenza certamente gli animali non sono i primi a figurarci, eppure alcuni scienziati hanno dimostrato il contrario. Non molto tempo fa infatti è stato coniato un nuovo termine: la biofluorescenza.

Il primo animale a reagire illuminandosi sotto i raggi ultravioletti è stato l’ornitorinco; ad oggi tuttavia sappiamo che anche alcuni tipi di lepre sono in grado di “brillare”.
La lepre saltatrice è uno dei mammiferi più antichi del mondo. Tuttavia quest’ultima non appartiene alla stessa famiglia delle sue cugine, poiché le sue caratteristiche la rendono classificabile in quella dei topi e roditori. Gli scienziati hanno scoperto che anche questa specie, se illuminata da raggi UV, è in grado di colorarsi di luce colorata. Proviamo a capire perché.

Mammiferi fluorescenti: non è fantascienza

Dopo la scoperta dell’ornitorinco e della lepre gli studiosi immaginano che la biofluorescenza non sia poi una realtà così rara per i mammiferi. Ultimamente infatti i biologi impegnati nella ricerca sono impegnati per scoprire se anche altri animali possano far parte di questa speciale categoria. La lepre saltatrice ha una pelliccia in grado di assorbire numerosi quantitativi di raggi UV per poi rendere visibile questa caratteristica ad occhio nudo. Questa peculiarità le permetterebbe di proteggersi da alcuni predatori, rendendola “invisibile” anche ai cacciatori con una vista acutissima.

Altri studiosi pensano invece che la biofluorescenza della lepre sia essenziale nel periodo dell’accoppiamento. Le chiazze luminose prodotte dai raggi UV accumulati servirebbero infatti per rendere visibili potenziali amanti anche al buio.

 

LEGGI ANCHE: La lumaca di mare che cambia corpo per salvarsi la vita: la ricerca

Back to top button
Privacy