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L’inquinamento aumenta il rischio di diabete? La rivelazione di un nuovo studio

Il diabete è causato, oltre che da una vita malsana o da obesità, anche dall’inquinamento atmosferico. Ad affermarlo un recente studio americano. 

L’inquinamento atmosferico potrebbe essere una delle cause scatenanti del diabete o potrebbe aumentare il rischio di contrarre questa malattia? Secondo una recente ricerca, si! L’inquinamento, infatti, rappresenta una delle cause in uno su sette pazienti affetti da diabete.

Ad affermarlo è uno studio pubblicato sul Lancet Planetary Health, i cui autori spiegano che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha confermato che anche soggetti sani, che per fattori genetici o stile di vita non sarebbero predisposti al diabete, possono svilupparlo a causa dell’esposizione continua all’inquinamento atmosferico. Le persone che vivono in zone del mondo con un maggior tasso di inquinamento, hanno quindi una maggiore probabilità di sviluppare il diabete. Secondo lo studio statunitense, l’inquinamento sarebbe in grado di aumentare il grado di infiammazione, facendo limitare così la produzione di insulina nel corpo, portando proprio allo sviluppo di questa malattia.

Il diabete, ad oggi, è una delle patologie a crescita più rapida. Sono 420 milioni le persone affette dal diabete nel mondo, di cui 30 milioni sono americane. Secondo i dati più recenti dell’Istat (2016), in Italia i pazienti sono più di 3 milioni 200 mila. Le cause della malattia sono molte, tra queste ci sono una dieta non salutare, uno stile di vita sedentario e ovviamente l’obesità. Ora si aggiunge anche l’inquinamento atmosferico, almeno secondo lo studio sopra citato, che sembrerebbe confermare le ipotesi degli esperti che però, fino ad ora, non erano mai state confermate e specificate da una ricerca scientifica. “Nei due decenni scorsi, sono state condotte delle ricerche sul diabete e l’inquinamento, ma minime”, spiega Ziad Al-Aly, assistente universitario di Medicina al Washington University e il primo autore dello studio. Che aggiunge:  “Volevamo unire insieme i vari pezzi per poter avere dei risultati più concreti”.

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Photo Credits Pixabay

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