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Più succo d’arancia nelle bevande, entra in vigore la legge

Entra in vigore un provvedimento che innalza dal 12 al 20 per cento la percentuale di succo d’arancia delle bevande prodotte in Italia

Cambia la percentuale minima stabilita per legge della quantità di succo d’arancia all’interno delle bibite analcoliche prodotte in Italia: si passa dal 12 al 20 per cento per le bevande vendute con il nome dell’arancia o che nel nome richiamano all’agrume, per l’entrata in vigore del provvedimento nazionale del 30 ottobre 2014, a partire dal 6 marzo 2018: solo le bevande prodotte prima di questa data potranno essere messe in commercio con percentuali inferiori, fino ad esaurimento scorte.

Risultato considerato come una vittoria da parte degli agricoltori, con la Coldiretti che lo considera come un provvedimento che andrà a supportare gli agrumeti italiani (oltre diecimila ettari) che si trovano soprattutto in Calabria e in Sicilia. L’aumento della percentuale minima obbligatoria porterà infatti all’utilizzo di 200 milioni di chili di arance in più ogni anno: un guadagno consistente per i coltivatori italiani che ad ora, per ogni aranciata venduta, ricavano soltanto 3 centesimi per le arance contenute, una cifra insufficiente per coprire i costi di raccolta e produzione.

La percentuale del succo d’arancia contenuto nelle bevande dovrà essere riportata in etichetta: l’invito di Coldiretti è quello di controllare che la quantità sia a norma. L’aumento della quantità di succo d’arancia va a tutelare la salute dei consumatori: una percentuale maggiore di succo va infatti a soddisfare il bisogno giornaliero di vitamina C raccomandato oltre a incidere positivamente sul sistema immunitario. I benefici ci saranno soprattutto per i bambini, dato che uno su tre, in Italia, consuma quotidianamente bibite gassate zuccherate il cui mercato vale quasi 6 miliardi di euro. Ciò che spera la Coldiretti è che la nuova norma aumenti la sensibilità rispetto alla presenza di prodotti naturali nelle bevande volto alla riduzione di aromi artificiali e soprattutto di zucchero che viene utilizzato in quantità elevate proprio per sopperire alla minore qualità delle materie prime.

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