In un contesto economico in evoluzione, i discount si stanno affermando come fondamentali nel panorama della distribuzione alimentare.
Negli ultimi anni, il panorama della grande distribuzione alimentare ha subito notevoli trasformazioni. I discount, inizialmente visti come una scelta di ripiego per le famiglie con budget limitati, hanno guadagnato terreno, diventando un’opzione sempre più attraente per un pubblico più ampio.
Dopo un periodo di rincari che ha colpito duramente anche questo segmento di mercato, i discount sono tornati a brillare sul fronte della convenienza, offrendo prodotti a prezzi competitivi e attirando l’attenzione di consumatori sempre più attenti alle spese quotidiane.
L’impatto dell’inflazione sui discount
Nel biennio precedente, i discount hanno registrato un aumento dei prezzi in media del 15%, superiori a quelli delle catene di supermercati (+12,6%). Questo incremento è stato principalmente attribuito ai costi crescenti della filiera produttiva, che ha visto un’impennata nei prezzi delle materie prime, delle tariffe energetiche e dei servizi logistici. Le famiglie italiane, già colpite dal carovita, si sono trovate a dover rivedere le proprie spese alimentari, rendendo i discount un’opzione imprescindibile per chi desiderava risparmiare senza rinunciare alla qualità.
Un’analisi condotta da Altroconsumo ha rivelato che, scegliendo di fare la spesa nei discount come Lidl, Aldi, MD, Eurospin, In’s o Penny Market, una famiglia può risparmiare da 1.600 a 2.600 euro all’anno. Questo risparmio significativo è il risultato di una spesa “mista”, che prevede l’acquisto di prodotti a marchio privato, che occupano gran parte degli spazi di vendita nei discount.
Negli ultimi anni, i discount hanno operato una trasformazione radicale. Da semplici magazzini con scaffali minimali e un assortimento limitato, sono diventati veri e propri supermercati, dotati di una gamma di prodotti sempre più ampia e variegata. Questa evoluzione ha comportato l’introduzione di prodotti freschi, come pane, carne e latticini, spesso in collaborazione con fornitori locali.
Questa strategia ha permesso ai discount di attrarre una clientela più vasta, che non cerca solo il risparmio, ma anche la qualità. Il passaggio da un modello di business puramente orientato al prezzo a uno che incorpora anche la qualità ha comportato sfide significative. Le catene di discount hanno dovuto affrontare la crescente pressione dei consumatori, che sono sempre più informati e consapevoli delle loro scelte alimentari.
La produzione interna: il caso Lidl
Uno dei fenomeni più interessanti nel settore dei discount è la crescente tendenza a verticalizzare la produzione. Lidl, in particolare, ha fatto passi da gigante in questo senso, diventando uno dei maggiori produttori di generi alimentari in Germania. La divisione Schwarz Produktion di Lidl fornisce ai negozi di oltre 30 paesi prodotti che spaziano dalle bevande ai prodotti da forno, dai gelati alla pasta.
Con circa 5.500 dipendenti e una capacità produttiva impressionante – un milione di gelati al giorno e 13.000 pagnotte di pane all’ora – Lidl ha investito enormemente nella sua rete di produzione e logistica. Recentemente, ha inaugurato un nuovo stabilimento dedicato alla lavorazione di 50.000 tonnellate di caffè e 47.000 tonnellate di noci e frutta secca ogni anno. Inoltre, ha anche preso parte attiva nel settore dei trasporti, fondando compagnie di spedizioni e entrando in società di trasporti per ottimizzare la propria logistica.
Questa strategia non è priva di controindicazioni. Molti fornitori di prodotti alimentari temono che Lidl, diventando un produttore diretto, possa modificare la propria offerta a scapito dei fornitori tradizionali, alterando il panorama competitivo. La preoccupazione è legata al fatto che i prodotti di marca potrebbero essere messi in secondo piano rispetto ai marchi privati Lidl, influenzando la varietà e la qualità disponibile sugli scaffali.
Un tema centrale nel dibattito sulla spesa nei discount riguarda la qualità dei prodotti. Molti consumatori si sono interrogati se risparmiare comporti necessariamente una diminuzione della qualità.