Negli ultimi anni le scoperte spaziali stanno rivoluzionando il mondo dell’astronomia, soprattutto grazie ai nuovi potentissimi mezzi.
L’astronomia ha una storia lunghissima, poiché nasce addirittura nell’epoca in cui le osservazioni venivano eseguite ad occhio nudo. Le varie civiltà, che si sono susseguite nei secoli, non hanno mai trascurato l’osservazione del cielo, anzi hanno sempre cercato di creare qualcosa che potesse aiutarle a vedere ancora più lontano. Infatti, i primi grandi studiosi del cielo furono i popoli della Mesopotamia, i greci, i persiani, i cinesi, gli antichi egizi e persino i famosi popoli del Centro America.
Ma cosa vedevano ad occhio nudo? In modo particolare, le loro osservazioni consistevano nel mappare le stelle e i pianeti visibili, con l’obiettivo di studiare i loro movimenti e capire come funzionasse l’Universo.
L’ultima grande scoperta astronomica
Il telescopio spaziale più potente della storia, chiamato il James Webb, ha compiuto un’altra grande scoperta astronomica. Questo enorme telescopio, dotato di uno specchio placcato d’oro da 6,5 metri di diametro, è stato lanciato nel dicembre del 2021 e, dopo essersi “parcheggiato” nel punto di Lagrange L2 a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, ha cominciato a lavorare a pieno regime dall’estate 2022. Il James Webb è il frutto di una collaborazione tra la NASA, l’ESA (agenzia spaziale europea) e CSA (agenzia spaziale canadese). Una curiosità: lo specchio primario è realizzato in berillio e, in superficie, c’è uno strato di oro sottilissimo di appena 100 nanometri, cioè 1000 vote più sottile di un capello umano. Inoltre, la caratteristica più importante del James Webb è la possibilità di osservare agli infrarossi.
Infatti, l’espansione dell’Universo, che avviene continuamente, non espande solo lo spazio ma anche la luce. Quindi, un fascio luminoso che è partito da miliardi di anni luce di distanza, durante il suo viaggio subisce gli effetti dell’espansione dell’Universo. Perciò, dopo un pò di tempo diventa un fascio visibile solo agli infrarossi. Per questo motivo il telescopio James Webb riesce a vedere cose lontanissime. Recentemente, questo potentissimo telescopio è riuscito a captare la radiazione elettromagnetica di tre buchi neri supermassicci. Ciò che sorprende maggiormente è il fatto che questa radiazione sia stata emessa circa 1,1 miliardi di anni dopo il Big Bang dal primo buco nero trovato, da 1 miliardo di anni dopo dal secondo e da 570 milioni di anni dopo dal terzo buco nero trovato.
In realtà, questi numeri non sono immensi, ma sono estremamente piccoli rispetto all’età dell’Universo, poiché il Big Bang è avvenuto circa 14 miliardi di anni fa. Quindi, il James Webb ha catturato un qualcosa che si è verificato circa 13-13,5 miliardi di anni fa. Inoltre, è stato scoperto il buco nero supermassiccio attivo più lontano mai individuato nella storia dell’esplorazione spaziale. Per la precisione, si tratta di un buco nero grande circa 9 milioni di masse solari, cioè abbastanza simile al buco nero presente al centro della Via Lattea. Attualmente, gli scienziati stanno cercando di capire come si sia formato, e perché sia nato così presto, cioè appena 570 milioni di anni dopo il Big Bang. Alcune ipotesi affermano che potrebbe essersi formato dalla fusione di due galassie.