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L’UOMO HA FAME DI SOCIALITÀ: AMICI E CIBO, IL CERVELLO REAGISCE IN MANIERA SIMILE

L’anno che sta giungendo alla sua conclusione è stato particolarmente strano ed unico nel suo genere. Chiunque si augurerebbe di non vivere mai più un’esperienza simile, ma purtroppo una decisione del genere non spetta a noi. Ciò che possiamo fare è certamente imparare a prevenire piuttosto che a curare: una ratio che sembra essere ancora abbastanza lontana dagli standard odierni. Il lockdown per tutti è stata un’esperienza unica: c’è chi l’ha apprezzato e chi l’ha odiato, ma certamente l’essere stati relegati in casa in qualche maniera ci ha cambiati. La lontananza ci ha aiutato ad apprezzare di più il valore dei rapporti sociali. Una ricerca di cui vogliamo parlarvi ha analizzato la reazione del nostro cervello nel momento in cui abbiamo incontrato i nostri amici dopo tantissimo tempo separati.

Il paragone che questo lavoro ci regala è ai limiti del grottesco, ma rende certamente l’idea di ciò che accade nella nostra testa.

Strano ma vero

Dei neuroscienziati hanno scoperto che il desiderio di interazione sociale è molto simile al craving di cibo che una persona prova quando ha fame. Il nostro cervello infatti, nel momento in cui abbiamo avuto modo di rivedere i nostri amici, ha attivato la medesima regione del cervello che utilizza quando osserviamo del cibo gustoso dopo una giornata di digiuno.

La ricerca, condotta da alcuni membri del McGovern Institute for Brain Research del MIT, è apparsa poco tempo fa su Nature NeuroscienceIl fatto che il cervello attivi la medesima area con amici e cibo è sintomatico di una necessità ancestrale di interazioni sociali positive.

Certamente dunque il lockdown è stata un’esperienza formativa: ci ha aiutati a conoscere noi stessi. Il fatto inoltre di “desiderare” maggiormente il rapporto sociale non può che averci dato un gusto maggiore nel momento in cui questo è avvenuto. Perché anche e soprattutto il cervello sa riconoscere quali sono i nostri veri amici.