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POLO NORD: ENTRO IL 2050 IL GHIACCIO SCOMPARIRÀ COMPLETAMENTE

Quando si parla di cambiamenti climatici il discorso è sempre molto ampio e generico. Questo perché le conseguenze dei comportamenti umani successivi all’industrializzazione sono moltissime, e soprattutto spesso legate tra loro. Tutto parte dall’innalzamento delle temperature.

L’equilibrio dei fattori che permettono la vita sulla terra è molto labile. Le temperature, aumentando mediamente anche di pochi gradi, hanno un’influenza incredibile su moltissimi fattori, tra cui in primis troviamo lo scioglimento delle calotte polari e più in generale dei ghiacci. L’acqua che finisce in mare aumenta il livello medio degli oceani, che a loro volta guadagnano spazio sulle coste tramite il processo di erosione.

Uno sguardo a nord

Quando parliamo di scioglimento dei ghiacci, il più delle volte, facciamo riferimento a quelli presenti in Antartide, ovvero nei pressi del “polo sud”. Il sesto continente infatti è ricco di esempi che possono rendere l’idea dei cambiamenti in atto. Il fatto che sia una delle metepreferitedagli scienziati, fa si che spesso l’argomento si trovi in prima pagina.

Meno spesso invece si fa riferimento a ciò che succede nell’emisfero boreale, ovvero quello settentrionale. Il “polo nord“, secondo il linguaggio comune, viene utilizzato spesso come esempio di un luogo assai freddo. Effettivamente è così, su questo non c’è dubbio.

Il problema è che troppo poco spesso si fa riferimento allo scioglimento dei ghiacci presenti in questa zona. Una ricerca dell’Università di Amburgo sostiene che entro il 2050, al polo nord, sarà possibile osservare un’estate senza ghiacci.

“Secondo le nostre analisi, una riduzione delle emissioni e il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali provocherebbero comunque la scomparsa della copertura glaciale compromettendo l’habitat di orsi polari e foche”

Nulla da aggiungere, se non una sentitissima speranza che si tratti di calcoli eccessivamente allarmisti. Nel caso così non fosse, saremmo davvero artefici di uno dei peggiori disastri della storia ambientale.

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