Salute e benessere

Giornata mondiale dell’orso polare, una specie a rischio: 30% in meno entro 35 anni

Il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale sono una cosa seria, e ancora più serie sono le conseguenze che ne derivano. Tra queste, lo scioglimento dei ghiacciai, habitat naturale di moltissime specie. L’orso polare è a rischio: se si continua con questi ritmi, entro i prossimi 35 anni perderemo il 35% della popolazione.

L’appello del WWF è chiaro, bisogna salvaguardare questa specie, divenuta con gli anni sempre più vulnerabile. Il 27 febbraio è la Giornata mondiale dell’orso polare, e l’associazione ambientalista la celebra appellandosi a noi, cittadini del mondo, affinché siamo informati e coscienti.

Cambiamenti climatici: un pericolo serio

Allarmanti le foto postate sui social dai canali come NatGeo, in cui sempre più attivisti si ritrovano di fronte la dura verità: carcasse di orsi polari, dimagriti all’estremo, fino a morire. L’innalzamento delle temperature globali ha portato allo scioglimento di molti territori, tra cui i ghiacci dell’habitat naturale di questa specie. I ghiacciai sono una fonte inesauribile di cibo per gli orsi, ma con il loro venire meno, si è verificata una drammatica carestia. Gli orsi polari, solitamente, usano cacciare sui banchi di ghiaccio, in particolare, le foche che si nascondono nei cunicoli sottostanti.

La scomparsa del loro habitat, tuttavia, non è un pericolo solo per questi esemplari, ma anche per l’uomo. Infatti, il cambiamento climatico è colpevole anche dei conflitti tra uomini e animali, poiché questi ultimi, non avendo altre fonti di cibo, si avvicinano ai territori abitati. Attualmente, il WWF in Groenlandia sta contribuendo alla salvaguardia della specie e alla convivenza con gli esseri umani, garantendo la sicurezza di entrambe le parti. Anche in Russia, Alaska e Canada (dove si trova il 60% della popolazione di orsi polari) l’associazione provvede a mantenere il distacco tra animali e popolazione, allontanandoli con spari di fucile o i motori di ATV, ma senza ucciderli o ferirli. La sicurezza è garantita dalle pattuglie nei territori più a rischio, che permettono una convivenza serena.

 

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