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Il mecenate svizzero che ha donato un miliardo per la protezione del pianeta

Si chiama Hansjorg Wyss l’uomo che ha deciso di donare un miliardo di dollari per la protezione del pianeta, e salvaguardare terre e oceani: con la sua donazione intende salvare il 30 per cento della superficie terrestre entro il 2030

Un miliardo di dollari per proteggere il pianeta e salvarne almeno il 30 per cento entro il 2030. Si tratta della donazione fatta da Hansjorg Wyss, il mecenate svizzero che ha deciso di contribuire alla salvaguardia di terre e oceani. Vive negli Stati Uniti e ha annunciato il proprio piano con la Wyss Campaign for Nature, per distribuire in dieci anni questo denaro con la sua fondazione no profit, la Wyss Foundation. Un amore per la natura che diventa qualcosa di concreto.

Il suo intento è quello di contribuire alla conservazione della natura in modo concreto, finanziando studi, strategie ma anche sensibilizzando la popolazione. Il suo amore per la natura nasce in gioventù, in Svizzera, ma da cui si è sempre spostato per viaggiare. Grazie a questa donazione verranno creati anche nuove riserve naturali, parchi nazionali, aree marine protette. Non si tratta per lui del primo investimento simile: ha infatti già speso oltre 450 milioni di dollari in progetti ambientali vari in Africa, Sudamerica, Nordamerica ed Europa.

“Questo denaro sosterrà gli sforzi di conservazione gestiti a livello locale in tutto il mondo, aiuterà a fare pressione per aumentare gli obiettivi globali sulla protezione degli oceani, cercherà di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo impegno, e finanzierà studi scientifici per identificare le migliori strategie in modo da raggiungere il nostro obiettivo”, ha spiegato Wyss in un editoriale pubblicato sul New York Times. “Tutti noi, cittadini, filantropi, imprenditori e capi di stato dovremmo preoccuparci dell’enorme divario tra la scarsa protezione di cui gode attualmente l’ambiente e ciò che dovrebbe essere protetto. Questa è una lacuna che dobbiamo colmare con urgenza, prima che l’impronta umana prenda il sopravvento sugli ultimi luoghi selvaggi della Terra”.

Photo credit Twitter.com

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