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La sensibilità al glutine non celiaca: nuove forma di reazione avversa al grano

Esiste un nuovo disturbo legato all’alimentazione, si tratta della sensibilità al glutine non celiaca. Non è celiachia, ma è un malessere legato sempre al grano.

Negli ultimi anni, i medici sono venuti a contatto con casi di persone che pur non essendo riconosciuti come celiaci, accusano malori gastrointestinali ed extragastrointestinali dopo l’ingestione del grano. I risultati delle ricerche scientifiche, hanno trovato alcuni indizi che dimostrano che alla base di questi disturbi ci sia il glutine: ovvero il complesso delle proteine di riserva del grano (gliadine e glutenine), la reazione a questa sostanza, in misura differente rispetto alla celiachia, è stata denominata sensibilità al glutine non celiaca (SGNC).

Anche se la disponibilità di test e biomarcatori specifici per la celiachia (anticorpi antiendomisio e antitransaminasi tissutali 2) e per l’allergia alimentare al grano (IgE specifiche) ha permesso di svolgere accurate ricerche epidemiologiche per stabilire la frequenza di queste due reazioni avverse al grano (circa l’1% per la prima e molto meno per la seconda); purtroppo la frequenza della SGNC non è stata ancora stabilita. Questo è dovuto al fatto che attualmente non si dispone di biomarcatori specifici che consentano di effettuare screening di massa, tuttavia si può collocare in un in intervallo molto ampio compreso tra 0,6% e 6% della popolazione.

Per quanto riguarda i sintomi, questi si presentano simili a quelli della celiachia e del colon irritabile: gonfiore, dolori addominali ed epigastrici, diarrea e stitichezza). I sintomi extraintestinali sono vaghi e anch’essi poco specifici (malessere generale, stanchezza, mal di testa, ansietà, mente offuscata, difficoltà di concentrazione e, più rari, depressione, perdita di peso e sfoghi cutanei). A differenza della celiachia, però, la SGNC non comporta deficienze nutrizionali per ferro, vitamina D e vitamina B12 e presenta una minore associazione con malattie autoimmuni. Tuttavia a questa sintomatologia, si è legata una diatriba nella quale si accusano altre proteine del grano diverse dal glutine, come gli inibitori delle alfa-amilasi/tripsina; per questo alcuni esperti preferiscono modificare la denominazione del disturbo in sensibilità al glutine/grano non celiaca.

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