AmbienteInquinamento

Stop alla plastica in mare: l’isola di Capraia passa al biodegradabile

L’isola di Capraia sarà la prima del Mediterraneo a sostituire con materiali biodegradabili le cassette in polistirolo usate dai pescatori: il primo passo per rendere il territorio a impatto zero e ridurre l’inquinamento del mare causato dalla plastica

Un progetto dalla portata contenuta, ma che permette di fare un piccolo passo per contrastare l’inaccettabile stato di inquinamento del mare. L’isola di Capraia, piccolo paradiso abitato da meno di trecento persone che si trova tra le coste della Toscana e della Corsica, ha avviato un progetto per iniziare a rendere le proprie attività a impatto zero. Tra le varie iniziative del progetto “Smart Iland” vi è la sostituzione delle cassette di polistirolo usate dai pescatori del luogo per il trasporto e la vendita del pesce.

Il polistirolo, derivante dal petrolio, è uno dei materiali più inquinanti: indistruttibile e galleggiante, danneggia non solo il mare ma i suoi frammenti vengono ingeriti da pesci e gabbiani. Per questo motivo è stato firmato sull’isola di Capraia un accordo per sostituire le cassette in polistirolo con altre realizzate con il Biofoam, un materiale biodegradabile compostabile. Si tratta di una materiale che potrebbe rappresentare il futuro della sostenibilità: il suo utilizzo per le cassette del pesce verrà sperimentato a Capraia per la prima volta.

L’isola non intende fermarsi qui: oltre a proporsi come modello, vuole allargare la gestione sostenibile ad ogni attività e settore. Questo anche perché ha bisogno, per sopravvivere, di gestire le risorse in modo intelligente, non essendo dotata di discarica e con fondi idriche minime. Rappresenta però un esempio positivo di sostenibilità, essendo per ora l‘unica isola alimentata totalmente a energia rinnovabile, con il fabbisogno elettrico soddisfatto da un impianto alimentato a biodiesel.

Photo credit: Pixabay.it/@isoladicapraia

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