Nidi artificiali per gli albatri della Tasmania: l’intervento del Wwf

Nidi artificiali del Wwf per gli albatri della TasmaniaNidi artificiali del Wwf per gli albatri della Tasmania

Le coppie di albatri raggiungono in questo periodo Albatross Island, in Tasmania, per riprodursi, ma spesso hanno difficoltà a costruire il nido: per questo il Wwf ne ha costruito di artificiali

Una mano alla natura per farle continuare il suo corso: è l’intento del Wwf che quest’anno ha operato in Tasmania, ad Albatross Island, per aiutare le coppie di albatri che raggiungo l’isola a riprodursi, deporre e covare le uova e permettere così la nascita di decine di piccoli alla schiusa delle uova. Infatti non sempre gli adulti riescono a reperire il materiale per costruire il nido, e così i volontari del Wwf ne hanno costruito di artificiali.

Il lavoro del Wwf per aiutare gli albatri è iniziato a luglio del 2017, con la costruzione di più di cento nidi artificiali ad Albatross Island, uno dei tre luoghi dove si riproduce la specie australiana dell’albatro cauto: i nidi sono in argilla o calcestruzzo, e le coppie di uccelli vi hanno preso posto senza timore, in alcuni casi personalizzandoli con fango e rami, proprio come si fa con una casa da arredare! Il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione del Wwf con il governo australiano e quello della Tasmania.

Il vantaggio è che quest’anno gli albatri hanno avuto a disposizione nidi sicuri e resistenti rispetto a quelli costruiti in autonomia, spesso distrutti dalle piogge e che non mantengono al sicuro le uova e i pulcini. La loro sopravvivenza è messa poi alla prova dal riscaldamento globale e dalla difficoltà dei genitori a trovare il cibo per i cuccioli. L’obiettivo del Wwf è quello di permettere, con i nidi artificiali, di covare le uova in sicurezza riducendo poi il tasso di mortalità dei nuovi nati, che i dati confermano: delle coppie che hanno usato i nidi artificiali il successo della nascita supera il 20 per cento. Un grande successo dell’intervento umano sull’ecosistema!

Photo credit: Pixabay.it

Giusy Patera:
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