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Vietata la pesca nelle acque dell’Artico per i prossimi sedici anni

A sancirlo è un accordo tra l’Unione europea, gli Stati Uniti e altre sette nazioni che hanno deciso di vietare la pesca per favorire la ricerca scientifica

Un passo di importante consapevolezza a livello mondiale, l’accordo raggiunto a seguito di un incontro a Washington a fine 2017 e sancito dall’Unione europea, gli Stati Uniti, insieme a Canada, Cina, Islanda, Giappone, Corea del Sud, Norvegia, Russia e le isole danesi di Groenlandia e isole Fær Øer che vieta per i prossimi sedici anni la pesca commerciale nelle acque del mar Glaciale Artico. La decisione è stata presa per fare il punto sulla situazione dell’ecosistema dell’artico, per permettere lo svolgimento di ricerche scientifiche sulle specie animali che vi abitano e per capire le eventuali minacce alla loro sopravvivenza.

Il Mar Glaciale Artico non era mai stato oggetto di attenzioni da parte della pesca commerciale sino ad ora, a causa dell’inaccessibilità della zona dovuta alla presenza di ghiaccio. Ma i sempre più repentini cambiamenti climatici con il conseguente scioglimento dei ghiacciai stanno creando le condizioni perché le cose cambino: sta aumentando sempre più la superficie d’acqua con una sempre maggiore penetrazione di raggi solari, cosa che porta alla proliferazione del plancton, l’insieme di organismi acquatici alla base della catena alimentare della flora e fauna marina.

L’accordo andrà dunque a tutelare un’area di circa 2,8 milioni di chilometri quadrati, e sarà firmato da ogni singolo paese dopo esser stato tradotto nelle diverse lingue. Il dato positivo è che vi è stata da parte delle varie delegazioni nazionali la scelta, saggia, di fermarsi prima di dare avvio ad una pesca sregolata in acque che, essendo internazionali, non avevano normative che regolamentassero la pesca. Questo accordo invece, trascorsi i primi sedici anni, verrà rinnovato ogni cinque, a meno che non vi sia il ritiro da parte di una nazione e almeno finché i dati raccolti dalle ricerche non siano sufficienti. Un impegno importante per salvaguardare l’Artico.

Photo credit: Pixabay.it