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Filariosi cardiopolmonare

Filariosi cardiopolmonare:

La Filariosi cardiopolmonare è una malattia parassitaria provocata da un nematode, la Dirofilaria immitis. I nematodi sono vermi parassiti infestanti ed il nome deriva dalla loro forma cilindrica a sezione trasversale circolare: a differenza di moltissimi altri vermi parassiti, sono dotati di un vero e proprio tubo digerente, con tanto di bocca e ano. Inoltre, si distinguono in maschi e femmine: i maschi presentano una estremità caudale a forma di spirale allungata mentre le femmine mostrano una vulva posizionata subito alla fine dell’esofago. La Dirofilaria è larvipara e ciò significa che depone larve L1 (stadio immaturo, dette anche microfilarie): le L1 vengono trasportate dal flusso del sangue dei vertebrati (ospite) verso la rete periferica dei vasi sanguigni. Qui la zanzara (ospite intermedio o vettore), genere  Culex, AedesCuliseta e Anopheles, durante il suo pasto, ingerisce il sangue contenente le larve L1, cioè le microfilarie. Uno studio accurato ha evidenziato che le microfilarie sono in grado di concentrarsi nel sangue periferico dell’epidermide dell’ospite, proprio nelle ore in cui le zanzare (ospite intermedio o vettore), compiono il loro pasto, cioè durante le ore notturne e le prime ore diurne: ciò al fine di ottimizzare al massimo il recupero da parte delle zanzare (vettore). A questo punto occorre precisare che le microfilarie e, quindi, la Filariosi cardiopolmonare, NON si trasmettono DIRETTAMENTE da cane ammalato a cane sano: infatti c’è bisogno della zanzara, che, oltre a veicolare le microfilarie L1, consente ad esse di completare il loro ciclo di crescita da L1 (larve immature) a L2 e a L3, ciclo questo che avviene nell’intestino della zanzara stessa. Dall’intestino, le L3 migrano nelle ghiandole salivari della zanzara che, durante il suo pasto, inoculerà le L3 insieme alla saliva, nell’ospite finale detto anche definitivo, infettandolo. Le specie soggette ad essere infettate sono il cane (più di tutte le altre), il gatto, il furetto e il lupo. Nel caso del cane, una volta inoculate con la saliva dalla zanzara, le larve L3 si localizzano principalmente nel tessuto sottocutaneo, dove rimangono per circa tre mesi, e, passando attraverso lo stadio L4, si evolvono fino allo stadio di L5: a questo punto entrano nel circolo sanguigno del cane e raggiungono l’arteria polmonare dove, maturando completamente e differenziandosi in maschi e femmine (macrofilarie), si accoppiano. Dopo l’accoppiamento le femmine liberano le larve L1 (microfilarie) che riprendono il loro ciclo, dirigendosi verso i capillari superficiali dei tessuti periferici del cane per essere risucchiate dalle zanzare e così sempre di seguito. Le macrofilarie adulte, sia maschi che femmine, occupano il lume dell’arteria polmonare e, molto spesso, anche il lume del ventricolo cardiaco destro, invadendolo completamente, da cui il nome di questa patologia: Filariosi cardiopolmonare. Il tempo di latenza che intercorre tra l’ingresso delle larve nel cane e la manifestazione dei primi sintomi è di circa 6 mesi (8 nel gatto).

Questi parassiti esercitano nel cane una azione patogena multifattoriale, tra cui:

Sintomi

Questa patologia, in alcuni casi, è asintomatica per periodi di tempo piuttosto lunghi, il che ritarda la diagnosi, consentendo al parassita di diffondersi indisturbato nell’organismo del nostro amico. La Filariosi è una malattia molto seria che comporta, in ordine di gravità, i seguenti sintomi: dimagrimento generale, spossatezza, affaticamento, dispnea (difficoltà a respirare), tosse, edema polmonare, gonfiore addominale con versamento (ascite), collasso cardiocircolatorio, svenimenti, morte.

Diagnosi

La diagnosi avviene attraverso due test che si effettuano sul sangue: uno mette il evidenza le macrofilarie (siero) e l’altro le microfilarie. Nel caso di test positivi, il cane è ammalato.

Terapia

Prima di procedere con la terapia per la Filariosi cardiopolmonare, il veterinario stabilisce la classe di rischio alla quale il cane appartiene: la classe di rischio è un indice dello stadio della malattia, in base al quale la terapia sarà, conseguentemente, diversa da caso a caso. Si procede, quindi, con una visita cardiologica completa di elettrocardiogramma, eco cardiaca, rx torace, ed un profilo completo di analisi del sangue: ciò al fine di valutare in modo accurato quanto, come e dove tale infestazione ha compromesso la salute del nostro amico. Le classi di rischio sono 4: le classi I e II hanno una prognosi molto favorevole dopo la terapia, e cioè il cane guarisce e torna ad essere perfettamente normale nel volgere di qualche mese di terapia. La classe III è molto grave, mentre la IV è gravissima: i cani che si trovano in queste condizioni devono essere ospedalizzati e trattati in via di isolamento, essendo il loro stato di salute gravemente compromesso. Nel caso della classe III la prognosi può essere favorevole; per la IV essa è strettamente riservata. La terapia consiste nella somministrazione di farmaci in grado di uccidere le filarie adulte (macrofilarie) e quelle infestanti (microfilarie): il cane da trattare dovrà essere sottoposto, in via preventiva, ad una opportuna terapia di preparazione della durata di 2-3 settimane, prima di iniziare la terapia vera e propria.

Prevenzione

La Filariosi cardiopolmonare è una patologia molto grave e non va assolutamente sottovalutata; è spesso curabile ma si deve prestare estrema attenzione ai sintomi. Inoltre è possibile effettuare una profilassi antifilariosi, somministrando al cane, una volta al mese, un farmaco che uccide le microfilarie introdotte negli ultimi trenta giorni, cioè prima che si stabiliscano nell’arteria polmonare e nel cuore. Inutile sottolineare, ancora una volta, che i cani NON dovrebbero soggiornare all’aperto senza le opportune precauzioni, soprattutto nelle zone endemiche e nelle ore comprese tra il tardo pomeriggio e la notte e che l’impiego dei repellenti spot on è SEMPRE molto utile per ridurre il rischio di punture da parte delle zanzare.

(di Maria Luisa Spezia)